Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
La legge 2 del 2009 ha introdotto l'obbligo per le società di dotarsi di una casella di posta elettronica cerrtificata la fine di ridurre i costi amministrativi degli operatori. Questo adempimento riveste una fondamentale importanza soprattutto per le società costituite prima del 29 novembre 2008.
Per le società costituite dopo il tale data, in fase di scirzione al registro delle imprese, la comunicazione di un indirizzo di posta elettronica certificato è previsto in fase di compilazione della modulistica
Chi deve comunicare la PEC al registro imprese
Sono obbligate alla comunicazione tutte le imprese che sono costituite in forma societaria:
- società di capitali
- società di persone
- docietà semplici
- società cooperative
- società estere con sedi in Italia
Restano esclusi le imprese non individuali che sono iscritte al solo REA (repertorio economico amministrativo) quali ad esempio le associazioni.
Come comunicare la PEC
La procedura di trasmissione può avvenire tramite COMUNICA compilando l'apposito modello S2 oppure utilizzando l'apposita procedura semplicicata di cui abbiamo già parlato. Tale procedura è totalmente gratuira.
Le finalità della comunicazione
COme già detto in premesssa, lo scopo ultimo di tale nuovo adempimento è la riduzione dei costri amministrativi per gli enti relativi alle spedizioni di documenti tramite i tradizionali sistemi postali, molto spesso inefficienti.
La consultazione delle PEC è libera e senza oneri.
Di Antonio Palmieri del 08/11/2011
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Sezione: Azienda -
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Siamo su arroccati su un iceberg ed una nave ci sta schiantando. Una rivisitazione del Titanic per iconizzare una crisi della quale siamo solo vittime. Non abbiamo possibilità di reagire e siamo in attesa dello schianto. Non siamo la nave, non possiamo fare l'ultima manovra. Siamo inermi ma fortunatamente narcotizzati!
Ora cambia il Governo. Ce ne sarà un altro. Non è difficile che sia migliore del precedente. Almeno qualcuno parla l'inglese!
La crisi del ventennio berlusconiano è riduttiva. Berlusconi non ha fatto assolutamente nulla e questa crisi non è colpa sua. Lui nemmeno ne capisce. E ciò lo dimostra il fatto che un provvedimento "risolutorio" da portare in Europa l'abbia fatto scrivere a Brunetta. Un pò come far preparare la lista della spesa a Poldo.
La crisi ha origini lontane, hanno mangiato tutti nella crisi. Andreotti ha mangiato talmente tanto che sta completando la digestione prima di passare a miglior vita. Cirino Pomicino sta ruttando.
L'Italia è coinvolta in una crisi finanziaria senza che nessuno capisca cosa accade. Spread, bund, Btp, termini di cui gli italiani (me compreso) non ne capiscono un acca. Anche perchè mio nonno mi dice che lui pensava a lavorare. Gli italiani lavoravano. Come dipendenti, come piccoli imprenditori, come artigiani. Sinonimi. Nell'economia reale rappresentanto le facce di una stessa medaglia. Una medaglia nelle mani di faccendieri e speculatori che si sono divertiti a fare il testa o croce e che ora non riescono a smettere.
Un esempio su tutti?
La riforma del TFR
Il trattamento di fine rapporto rappresenta le spettanze da corrispendere ai lavoratori dipendenti al termine del rapporto di lavoro. Una somma che si accumula mensilmente che alla fine del rapoprto veniva erogata dal datore di lavoro. In un certo senso una somma che il datore di lavoro poteva utilizzare come fonte di autofinanziamento in attesa di erogarla al dipendente.
Il colpo di magia è stato compito pochi annifa. La riforma credo sia entrata in vigore nel 2008. Ma poco importa. Una mossa geniale, capace in un solo colpo di penalizzare le imprese ed i lavoratori.
I rendimenti dei fondi previdenziali sono stati una totale delusione. Colpa della crisi si dirà il rendimento non può essere garantito ecc. Il vecchio TFR garantiva un rendimento minimo rivalutato annualmente con un particolare meccanismo di calcolo. Colpa del lavoratore che ha investito forzosamente quei soldi e che ora si ritrova con un mano meno di quanto poteva percepire col vecchio sistema? Copa degli imprenditori che si sono privati di risrse da destinare a questi maghi?
Una schifezza bipartisan. Tutti concordi nel sottrarre risorse all'economia reale per spostarla in investienti finanziari.
Ed ora come risolvere la crisi? La modifica dell'art. 18? Meno detrazioni per i redditi da lavoro?
Qual è ill nesso? Non mi è chiaro. Certo il lavoro "eterno" è un'anomalia sulla quale si può dibattere ma non si può imporre per decreto. I lavoratori (al pari dei piccoli imprenditori) sono le vittime di decenni di sciacallaggio finanziario.
Sono anni che vivono su un isolotto di ghiaccio e si sa che il riscaldamento finanziario globale causa un innalzamento delle acque dovuto allo scioglimento dei ghiacciai e delle favole. Inoltre la nave è senza controllo e non ha più timone.
Di Antonio Palmieri del 21/11/2011
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Sezione: Azienda -
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